Cosa metti nella ciotola?

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Il nostro corpo è una macchina e il cibo che ingeriamo è il carburante che la alimenta.

 

Se abbiamo un’automobile diesel e facciamo un bel pieno di benzina normale, comprometteremo il funzionamento della nostra auto e gli scenari che si paleseranno di fronte a noi saranno catastrofici: o restiamo a piedi oppure spenderemo un sacco di soldi dal meccanico per farla sistemare.

 

Ebbene, con il nostro corpo e con quello dei nostri cani è la stessa cosa: alimentiamolo male e spenderemo un sacco di soldi in medicine e veterinario!

 

Troppo spesso vedo persone acquistare cani per cifre esorbitanti per poi ricercare un cibo economico, ma al contempo spende centinaia di Euro in medicinali ed esami vari perché il cane ha, magari, la gastrite.

 

Ma se devo dirla in tutta sincerità non me la sento di dare la piena responsabilità a questo tipo di persone, bensì anche ai negozi di pet-food che negli ultimi anni hanno ridotto le dimensioni dei reparti dedicati agli accessori per animali per riempirli con marchi di prodotti che non sono affatto adatti alla specie per la quale vengono pubblicizzati.

 

Così come per l’industria alimentare umana, anche quella di cani e gatti sta andando incontro ad un orribile processo di speculazione da parte dei produttori che puntano sempre di più ad avere margini + alti riducendo i costi di produzione.

 

Come? Utilizzando materie prime scadenti e riducendo la quota di carne contenuta negli alimenti!

Ad ognuno la sua dieta

Devi sapere che l’essere umano è una specie frugivora (non onnivora come la società e la famiglia ci hanno insegnato), dunque il nostro apparato digerente non è in grado di digerire facilmente le proteine animali.

 

Cani e gatti, al contrario, sono specie carnivore, dunque perfettamente in grado di digerire le proteine animali ma non altrettanto in caso di cereali e fibre.

L’alimentazione appropriata alla loro specie, dunque, dovrebbe essere costituita per almeno il 70% da carne, ma la quasi totalità del pet-food che trovi nei negozi di animali ne contiene solo il 10%… e non si tratta di carne di qualità.

 

E la legge?

La Normativa Europea non è assolutamente garante della qualità delle materie prime per il cibo destinato agli animali, infatti essa prevede che tutto lo scarto alimentare proveniente dall’industria dedicata all’umano possa essere trasformato in alimento per cani o gatti.

 

Dunque è permesso utilizzare zoccoli, becchi, piume, peli, pelli e carni contaminate per malattie (e che dunque non hanno passato i test batteriologici per uso umano) o carni scadute e/o ritirate dai banchi dei supermercati.

 

In caso di carni da importazione, la normativa prevede che la materia prima rispetti le normative del paese di origine ma non del paese di lavorazione; per fare un esempio: se la carne è stata importata dagli Stati Uniti è possibile che ci siano anche animali malati o carcasse raccolte a bordo strada perché la normativa statunitense ne permette l’utilizzo.

 

Inoltre la legge non obbliga in alcun modo la refrigerazione delle carcasse dunque, per abbattere i costi di produzione, durante il trasporto carne e scarti vengono sottoposti alle intemperie e a qualsiasi temperatura (immaginate la decomposizione e il fetore nei camion sotto al sole nel mese di Luglio!).

MA NON E’ FINITA QUI!

 

La normativa non obbliga le aziende a specificare tutte le carni usate né le percentuali dei singoli ingredienti, dunque le informazioni che trovate sull’etichetta sono completamente lasciate in mano all’azienda che ha tutto l’interesse di vendere il suo prodotto!

Uno studio svolto dall’Università di Nottingham (e ripreso dall’Università di Pisa) su 17 marche ha scoperto che su 17 DNA testati, 14 DNA non corrispondevano al DNA dell’ingrediente riportato sull’etichetta del prodotto e di tutto il DNA restante non si capiva nemmeno di che animale si trattasse.

 

Come se non bastasse, data l’assenza di controlli, molti produttori di pet-food non si scomodano nemmeno a togliere dall’imballo la carne ritirata dai supermercati, il che significa che la confezione di polistirolo e pellicola trasparente contenente il pezzo di carne viene gettata nei forni insieme agli altri alimenti che verranno lavorati per ricavare il cibo che comprate!

 

Non parliamo poi degli additivi, degli appetizzanti e dei coloranti che vengono aggiunti per rendere il cibo più attrattivo sia per noi che lo compriamo sia per i nostri animali che lo mangiano: se un prodotto è buono e di qualità non serve mascherarlo aggiungendoci qualcosa (nella composizione ma anche nell’imballo!).

I rischi derivati dalla somministrare al tuo animale di questo tipo di alimenti possono essere gastrointestinali, dermatologici e nascita di patologie croniche.

 

Ma… il cibo gastro-intestinal e le linee mediche? Devi sapere che questi prodotti contengono amidi e idrolizzati che hanno azione compattante e permettono di avere quindi feci più solide, ma a lungo andare comprometteranno l’organismo del tuo animale! 

 

E’ davvero questo ciò che si merita il tuo cane/gatto? Siamo tutti d’accordo che la risposta sia “assolutamente no”!

E allora, cosa mettere nella ciotola?

Come avrai letto navigando sul mio sito ritengo che la dieta migliore sia la casalinga (o la BARF per alcuni soggetti), ma per essere sana una dieta deve essere fatta da alimenti freschi, senza conservanti e ben bilanciati tra loro.

 

Bisogna essere sicuri di ricreare un perfetto equilibrio nutrizionale (no al fai-da-te ma consulta un veterinario nutrizionista!), essere certi di selezionare ingredienti di alta qualità (dunque biologici e non da allevamenti intensivi) e di conservarli con criteri e strumenti idonei (soprattutto in caso di BARF).

Una dieta del genere richiederebbe molto tempo e impegno da parte tua, perciò se per qualsiasi ragione avessi necessità di optare per un alimentazione industriale devi essere certo che la composizione degli ingredienti sia appropriata alla specie (ricorda: cane e gatti sono carnivori!).

 

 

Non è la marca che fa la qualità, ma l’etichetta!

Scegli crocchette che siano prodotte preservando i nutrienti e soprattutto scegli le etichette con ingredienti genuini e naturali, privi di additivi ed elementi chimici (ad es. le farine).

 

Solo questo tipo di alimentazione è una valida alternativa alla dieta naturale e può essere alternata alla dieta casalinga perché ha diverse caratteristiche che la rendono compatibile con essa.

 

La prima cosa da fare è imparare a leggere le etichette, ciò ti consentirà di fare scelte libere e consapevoli. 

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